L'ANGOLO DEL RADIOTECNICO

ISTRUZIONI PRATICHE

PER

RADIORIPARATORE

THE RADIO TECHNICIAN CORNER

parte terza

RADIORIPARAZIONI

PRELIMINARI

Per iniziare la riparazione di una radio la prima cosa da fare è estrarre il telaio. (161) Si tolgono le manopole allentando le viti di serraggio, oppure si estraggono se sono del tipo a pressione: in questo caso attenzione a non perdere le mollette di pressione. - (162) Si tolgono le viti che fissano il telaio al mobile; in genere si trovano sotto il mobile, talvolta nell'interno...

(163) ...e si mettono insieme alle manopole e ad altri pezzi, che si toglieranno in seguito, in una scatola. - (164) Prima di estrarre il telaio accertarsi che non vi siano collegamenti dell'altoparlante da staccare,.. - (165) ...o da togliere staffe che sostengono la scala parlante, o...

(166) ...lampadine che vadano sfilate, od altre cose che si possono danneggiare per una inutile fretta nel volere estrarre il telaio. - (167) Per estrarre il telaio prenderlo solidamente per la scatola o per il trasformatore di alimentazione. Si eviti di fare forza sugli altri pezzi anche se sono più a portata di mano.

(168) Una volta estrattolo occorre appoggiarlo in posizione comoda per fare le riparazioni. Un po' di buonsenso aiuterà ad evitare danni come quello illustrato in figura. - (169) Uno degli inconvenienti più banali è la rottura delle funicella della scala parlante. A seconda dei tipi la sostituzione è più o meno laboriosa: si cominci sempre in ogni caso dalla ruota del variabile, agganciando il filo alla ruota, tenerlo teso con una mano; con l'altra passarlo sulla prima puleggia e così via.

(170) Per ultimo si fissi l'indice allineandolo con l'emittente locale. - (171) Se il percorso del filo fosse dubbio si ricordi che a variabile aperto, o nucleo magnetico estratto, corrisponde la frequenza maggiore, cioè la lunghezza d'onda minore.

(172) La ricerca del guasto in un apparecchio radio completamente muto può sembrare a prima vista molto più difficile di quanto non sia nella realtà. Si esamini la figura schematica: il segnale captato dall'antenna passa attraverso i vari stadi: alta frequenza, oscillatore e mescolatore, media frequenza, finale ed arriva infine all'altoparlante:... - (173) ... c'è inoltre l'alimentatore, il quale, indirettamente, è necessario per il funzionamento.

(174) Supponiamo ora che lo stadio di bassa frequenza sia guasto: il segnale non arriverà all'altoparlante; se ora noi stacchiamo la bassa frequenza dal finale ed applichiamo all'ingresso di quest'ultimo un segnale a bassa frequenza udremo questo segnale riprodotto dall'altoparlante. - (175) Lo stesso si può dire per qualsiasialtro stadio: per esempio, se lo stadio convertitore è guasto, noi stacchiamo la media frequenza dal convertitore e vi applichiamo un segnale adatto con l'oscillatore modulato: udremo il segnale. In altre parole noi possiamo rapidamente circoscrivere il guasto a quello stadio dal quale non riusciamo ad ottenere alcun segnale, mentre lo stadio seguente funziona perfettamente.

(176) Per quanto riguarda l'alimentatore le cose si semplificano ulteriormente e noi cominceremo da questo. I difetti che si possono riscontrare sono: mancanza di tensione ai filamenti delle valvole, mancanza di tensione anodica, mancanzadi qualsiasi tensione. - (177) Per l'esame dei guasti del ricevitore è necessario metterlo nelle normali condizioni di funzionamento. Se per estrarre il telaio si fossero dovuti staccare i collegamenti dell'altoparlante, si riallaccino nuovamente, usando un cordone provvisorio di allungamento se necessario. Si accenda il ricevitore: si controlli che tutte le valvole si accendano; in caso contrario si esamini con l'ohmetro lo stato del filamento della valvola spenta, se è buono, si controlli con il voltometro la tensione ai piedini.

(178 - 179 - 180 - 181) Nelle figure indicate si vedono quali sono i contatti corrispondenti ai filamenti delle amplificatrici più comuni che si trovano negli apparecchi radio.

(182) In caso di dubbio consultare sempre le tabelle. - (183) Per estrarre le valvole dall'apparecchio si cerchi di fare il minor sforzo possibile sul bulbo. Il sistema migliore è quello di esercitare uno sforzo di trazione e, contemporaneamente, smuovere la valvola in vari sensi. - (184) Se la valvola fosse restia ad uscire, od il bulbo di vetro fosse scollegato dallo zoccolo, aiutarsi con un cacciavite come leva.

(185) Una valvola può non accendersi perchè le pinzette dello zoccolo sono allentate: stringerle. - (186) Puo' darsi anche che gli spinotti siano sporchi od ossidati; pulirli con bnezina o carta smeriglio. - (187) Analogamente per gli zoccoli, specie quelli a contatti laterali, che vanno accuratamente puliti con uno stecchino imbevuto di benzina. Se manca tensione ai collegamenti dello zoccolo non è difficile trovare l'interruzione: è sufficiente seguire i collegamenti e misurarne la continuità (ad apparecchio spento pero'!).

(188) Puo' darsi che invece di una interruzione ci sia un corto circuito nei fili di collegamento, per trovarlo: togliere le valvole, distaccare i collegamenti e misurare l'isolamento. - (189) Se tutte le valvole sono spente ed anche le lampadine della scala, escluso il caso che siano tutte bruciate, ricercare il difetto nel circuito primario.

(190) Controllare, se c'è, il fusibile annesso al cambio-tensioni: FG in fig. 189, ... - (191) ..., il cordone di alimentazione e l'interruttore: DE in fig. 189; quest'ultimo si controlla facilmente cortocircuitandone i terminali: se era isolato il corto determina l'accensione del ricevitore.

(192) Quando è tutto a posto, la resistenza che si misura tra gli spinotti puo' variare di 5 a 10 ohm. - (193) Se effettuando il controllo di continuità proprio agli estremi dell'avvolgimento primario si constata interruzione, occorre sostituire l'avvolgimento.

(194) In alcuni apparecchi di tipo antiquato, un pulsante, comandato dal pannello posteriore, interrompe la corrente quando si toglie il pannello. - (195) La tensione anodica si misura tra il catodo della raddrizzatrice e la massa. Ovviamente se la raddrizzatrice non si accende, non si misurerà alcuna tensione.

(196 - 196a - 196b) Si faccia molta attenzione quando si misura la tensione al filamento della raddrizzatrice: vi sono circa trecento volt di tensione tra il filamento e la massa. Si controllino le altre tensioni: se c'è tensione tra le due placche, ma non tra queste e la massa, è staccata da massa la presa centrale del secondario alta tensione: D in figura 202.

(197) Un più rapido controllo per sapere se c'è tensione anodica, quando gli elettrolitici sono allogati accanto all'altoparlante, od in altro posto facilmente accessibile, si ha misurando la tensione ai capi di uno qualunque di essi. Se manca tensione puo' esservi un corto circuito od un'interruzione.

(198) Se c'è un corto circuito è importante che il riparatore se ne accorga subito. Il sintomo più evidente e pericoloso, è l'arrossamento delle placche della raddrizzatrice. Questo arrossamento denota il sovraccarico della valvola, che puo' essere messa fuori uso in pochi secondi. - (199) Controllare le presenze di corti nell'alta tensione sfilando la raddrizzatrice, e misurando la resistenza tra il filamento e la massa...

(200) ...oppure il catodo e la massa se la raddrizzatrice è a riscaldamento indiretto. Se la resistenza misurata è minore di 30.000 ohm non accendere l'apparecchio radio, ma ricercare il corto. - (201) In alcuni apparecchi esiste un partitore di tensione, per cui anche in condizioni perfette di isolamento si legge il valore della resistenza del partitore.

(202) Più spesso che in altri posti il corto si verifica nei due elettrolitici e, meno frequentemente, nel condensatore di placca della finale: nello schema questi punti in corto con la massa sono ABC. - (203) Si possono verificare facilmente questi tre condensatori togliendo la raddrizzatrice e la finale senza neanche togliere il telaio.

(204) In alcuni apparecchi, che hanno tensioni anodiche molto elevate, è opportuno mettere due condensatori elettrolitici in serie, con due resistenze per equilibrare il carico. I condensatori elettrolitici vanno sostituiti non solo quando sono in corto ma anche quando la loro capacità è diminuta dopo qualche anno di attività. - (205) Una prova semplice dell'efficienza di un elettrolitico si fa così: si stacca l'elettrolitico da un lato e si inserisce il voltmetro con portata adatta a sopportare la tensione cui lavora il condensatore.

(206) Si accende il ricevitore: il voltmetro segnerà tutta la tensione; ... - (207) ...; dopo alcuni secondi la lancetta sarà tornata verso lo zero se il condensatore non è in corto. Se lo strumento è del tipo a 1.000 ohm per volt, e la lancetta e' arrivata a segnare un decimo della tensione di lavoro o meno, il condensatore puo' ancora andare.

(208) Quando l'indice del voltmetro si è fermato, staccare il voltmetro, e mettere in corto i terminali del condensatore. Se all'atto del corto non si ha scintilla oppure si ha una scintilla appena percettibile, sostituire il condensatore. - (209) Non mettre mai un condensatore elettrolitico vicino ad una valvola o ad altra sorgente di calore: se ne abbrevierebbe la vita.

(210) Se si riscontra che il trasformatore scalda, puo' darsi che sia, anche solo parzialmente, in corto circuito. Per accertarsene regolare il cambio-tensioni su una tensione maggiore di quella di limentazione e lasciare il trasformatore sotto carico, dopo aver staccato tutte le valvole e le lampade, par alcune ore. - (211) Se si scalda in queste condizioni occorre rifare l'avvolgimento.

(212) Un altro inconveniente che puo' presentare è la vibrazione di qualche lamierino; stringere le viti di serraggio e, se non basta... - (213) ... provare con qualche colpo di martello.

(214 e 215) Alcuni apparecchi di tipo economico non hanno il trasferimento di alimentazione. I filamenti delle valvole sono alimentati in serie e collegati alla rete luce: i piu' perfezionati tramite una resistenza detta termistore, RT in figura, che possiede a freddo un valore molto piu' elevato che non a caldo. Si viene cosi' ad eliminare in pericolo che qualche filamento si bruci all'atto dell'accensione. Il controllo dei filamenti si fa misurando la tensione con il voltmetro ad apparecchio acceso. Se il filamento è interrotto il voltmetro segnera' tutta la tensione della rete. Nei tipi che montano la raddrizzatrice 35Z5, con presa a 6 V del filamento, è inserita la lampada del quadro come mostrato in figura. Con tale disposizione il corto circuito di un elettrolitico provoca la fusione della lampada e del tratto di filamento AC. Eliminando il collegamento CB, si salva la valvola.

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